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Dicembre 2017

Marmo raro

“Ciao bella”, “Ciao core”: sembrano quasi rispondersi a vicenda le incisioni sul marmo nella bottega di Sandro Fiorentini, storico artigiano (e uno degli ultimi) di via Margutta.

Via Margutta, nel cuore di Roma.

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La Basilica di Santa Maria del Fiore

Quello che colpisce della basilica è l’imponente vuoto aereo. Ci si sente piccoli al cospetto di una architettura che esalta la solitudine dell’uomo nel crudele e avvolgente creato divino.

Cattedrale di Santa Maria del Fiore, navata centrale verso il presbiterio e gli affreschi della cupola. Firenze.

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Il Giudizio dorato

Il Cristo Giudice e il suo splendore dorato, nell’imponente ciclo musivo duecentesco della cupola del Battistero.
I riflessi dell’oro e degli smalti esaltano la tridimensionalità della figura del Cristo e aumentano la percezione prospettica della volta ottagonale.

Battistero di San Giovanni, Firenze medievale.

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Il clavigero

Le 2.797 chiavi di cui è responsabile non sono chiavi qualsiasi, ma quelle che danno accesso al patrimonio storico-artistico custodito nei Musei Vaticani da più di cinque secoli. Gianni Crea è il coordinatore dei clavigeri (dal latino “colui che ha in consegna le chiavi”) e ogni mattina, alle 5:45, riceve ufficialmente dalla Gendarmeria Vaticana la prima chiave per l’accesso all’atrio dei quattro cancelli: da lì inizia un percorso di oltre un’ora e mezza, lungo il quale il clavigero apre le 500 porte e finestre delle stanze affrescate papali e delle gallerie dei Musei (e dei laboratori collegati).

Finestra Musei Vaticani

Delle quasi tremila chiavi custodite nel bunker, ne vengono quotidianamente impiegate 300: sono tutte numerate, ma il clavigero le conosce a menadito e te le descrive a memoria, una ad una, facendole scorrere lungo l’anello metallico che le tiene insieme.

Le chiavi del clavigero.

Chiavi del clavigero

Le chiavi più antiche e preziose sono tre: la numero 1, che apre il portone monumentale su viale Vaticano, che oggi corrisponde all’uscita dei Musei, ed è uno dei primi accessi ad essere aperti al mattino.

La chiave numero 401, dal peso di mezzo chilo, la più antica: è stata forgiata nel 1700 e apre il portone di ingresso del Museo Pio Clementino, il primo nucleo dei Musei con accesso al pubblico.

E la chiave più importante, che non è numerata: è quella della porta che dà accesso alla Cappella Sistina. Il rituale prevede che la chiave venga prima prelevata dal bunker, dove è l’unica ad essere sigillata in busta chiusa. Con il gesto di apertura della busta sembra quasi che escano i segreti custoditi dalla chiave. Quando senti Gianni raccontare l’emozione che prova ogni volta che con una mano accarezza la porta e con l’altra gira quel pezzo di ferro antico, unico perché non ne esistono copie, dentro la serratura, ti rendi conto della solennità del gesto, semplice ma allo stesso tempo significativo: perché attraverso quella porta, dal 1492, passano i Cardinali per riunirsi nel Conclave che elegge il Successore di Pietro; ed è proprio compito del clavigero, in quanto erede delle chiavi del Maresciallo del Conclave, chiudere e sigillare tutte le stanze della Cappella Sistina in caso di Conclave, per mantenere il segreto di tutto ciò che avviene al suo interno.

Cappella Sistina

Non è, quindi, solamente uno dei luoghi artisticamente più importanti al mondo, con i famosi affreschi michelangioleschi e dei più grandi artisti italiani della seconda metà del Quattrocento, ma anche un ambiente in cui si respira la storia secolare della Chiesa. Parlandone con il clavigero riesci a percepire tutto l’impatto emotivo che prova quando ha il privilegio di schiudere quella porta, per poi attraversare la magnificenza pittorica, storica e religiosa di quell’enorme spazio, al solo suono dei suoi passi sul pavimento marmoreo del XV secolo, ogni volta come fosse la prima.

Il ruolo delle chiavi.

Oggi quei portoni e quei cancelli, con le loro chiavi, fanno ormai parte del patrimonio artistico che custodiscono, in quel processo di musealizzazione che nei secoli ha portato le stesse residenze papali a diventare i Musei Vaticani, ed hanno quindi bisogno essi stessi di un custode: il clavigero.


Ringrazio Gianni per la disponibilità e Matteo per l’accesso ai Musei Vaticani.

Cappella di San Zenone

Quando hai la possibilità di chiedere consiglio a uno storico dell’arte su cosa visitare se sei a Roma, non puoi che meravigliarti delle perle nascoste che ti fa conoscere.

Cappella di San Zenone, nella chiesa di Santa Prassede: oro come mosaico bizantino

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Il canottiere

Firenze è tante cose. Come un tramonto sull’Arno, mentre ti alleni con i remi scorrendo le antiche pietre che sorreggono Ponte Vecchio, sapendo che solo tu puoi vederle così vicine.

Ponte Vecchio sull’Arno, Firenze, dall’anno Mille.

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