Durante il breve soggiorno a Matera, il mio caro amico, nonché storico dell’arte, Tommaso Evangelista, si è lasciato solleticare l’ingegno dalla forza comunicativa del borgo, con la sua storia e le sue tradizioni che si leggevano nella pietra dei sassi: ne è venuta fuori una idea per un ambizioso progetto da condurre fianco a fianco, in cui fondere immagini e parole per riproporre un pellegrinaggio in terra di Puglia.
Significativamente, senza aver ancora deciso di intraprendere questo percorso, siamo arrivati insieme a questa foto e a queste parole (estratte dal suo ultimo scritto inedito “Matera”):
Nell’assenza di orizzonte la visione si costruisce in altezza, città invisibile dell’ombra che si cresce con lo sguardo, con la curvatura degli occhi i quali salgono per sfuggire al dedalo e alle porte. La lentezza delle scale che obbligano il passo all’inciampo racconta della mestizia della sua gente, popolo duro e aspro di contadini e pastori che nell’alveo dei vicoli non trovavano solo una casa ma un ventre e una famiglia.
Sassi di Matera al crepuscolo, stampa fineart in bianco e nero.