Il clavigero

Le 2.797 chiavi di cui è responsabile non sono chiavi qualsiasi, ma quelle che danno accesso al patrimonio storico-artistico custodito nei Musei Vaticani da più di cinque secoli. Gianni Crea è il coordinatore dei clavigeri (dal latino “colui che ha in consegna le chiavi”) e ogni mattina, alle 5:45, riceve ufficialmente dalla Gendarmeria Vaticana la prima chiave per l’accesso all’atrio dei quattro cancelli: da lì inizia un percorso di oltre un’ora e mezza, lungo il quale il clavigero apre le 500 porte e finestre delle stanze affrescate papali e delle gallerie dei Musei (e dei laboratori collegati).

Finestra Musei Vaticani

Delle quasi tremila chiavi custodite nel bunker, ne vengono quotidianamente impiegate 300: sono tutte numerate, ma il clavigero le conosce a menadito e te le descrive a memoria, una ad una, facendole scorrere lungo l’anello metallico che le tiene insieme.

Le chiavi del clavigero.

Chiavi del clavigero

Le chiavi più antiche e preziose sono tre: la numero 1, che apre il portone monumentale su viale Vaticano, che oggi corrisponde all’uscita dei Musei, ed è uno dei primi accessi ad essere aperti al mattino.

La chiave numero 401, dal peso di mezzo chilo, la più antica: è stata forgiata nel 1700 e apre il portone di ingresso del Museo Pio Clementino, il primo nucleo dei Musei con accesso al pubblico.

E la chiave più importante, che non è numerata: è quella della porta che dà accesso alla Cappella Sistina. Il rituale prevede che la chiave venga prima prelevata dal bunker, dove è l’unica ad essere sigillata in busta chiusa. Con il gesto di apertura della busta sembra quasi che escano i segreti custoditi dalla chiave. Quando senti Gianni raccontare l’emozione che prova ogni volta che con una mano accarezza la porta e con l’altra gira quel pezzo di ferro antico, unico perché non ne esistono copie, dentro la serratura, ti rendi conto della solennità del gesto, semplice ma allo stesso tempo significativo: perché attraverso quella porta, dal 1492, passano i Cardinali per riunirsi nel Conclave che elegge il Successore di Pietro; ed è proprio compito del clavigero, in quanto erede delle chiavi del Maresciallo del Conclave, chiudere e sigillare tutte le stanze della Cappella Sistina in caso di Conclave, per mantenere il segreto di tutto ciò che avviene al suo interno.

Cappella Sistina

Non è, quindi, solamente uno dei luoghi artisticamente più importanti al mondo, con i famosi affreschi michelangioleschi e dei più grandi artisti italiani della seconda metà del Quattrocento, ma anche un ambiente in cui si respira la storia secolare della Chiesa. Parlandone con il clavigero riesci a percepire tutto l’impatto emotivo che prova quando ha il privilegio di schiudere quella porta, per poi attraversare la magnificenza pittorica, storica e religiosa di quell’enorme spazio, al solo suono dei suoi passi sul pavimento marmoreo del XV secolo, ogni volta come fosse la prima.

Il ruolo delle chiavi.

Oggi quei portoni e quei cancelli, con le loro chiavi, fanno ormai parte del patrimonio artistico che custodiscono, in quel processo di musealizzazione che nei secoli ha portato le stesse residenze papali a diventare i Musei Vaticani, ed hanno quindi bisogno essi stessi di un custode: il clavigero.


Ringrazio Gianni per la disponibilità e Matteo per l’accesso ai Musei Vaticani.

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